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Concertul de Colinde al Colegiului Pio Romeno din Roma

 
Concertul de Colinde al Colegiului Pio Romeno din Roma
  • 03 Dec 2014
  • 4216
Vineri, 28 noiembrie 2014 Colegiul Pontifical Pio Romeno a organizat tradiţionalul concert anual de colinde.

La acest eveniment au participat distinși oaspeți și prieteni ai Colegiului, printre care amintim pe P.S. Dimitrios Salachas, Episcop Greco-Catolic şi renumit profesor de Drept Canonic, P.S. Siluan episcop ortodox român în Italia, ambasadorul României pe lângă Sfântul Scaun, Bogdan Tătaru Cazaban, rectori, profesori şi studenţi de la diverse Universităţi Pontificale din Roma.

Evenimentul a început la ora 19.00 in Biserica Colegiului cu celebrarea rugăciunii Te Deum-ului, celebrat de către pr. rector Gabriel Buboi şi pr. diacon Mihai Marina.

După celebrarea Te Deum-ului, pr. Gabriel Buboi a adresat un cuvant de bun venit invitatilor, dupa care a urmat recitalul Corului Colegiului condus de studentul Laurenţiu Costin. Au putut fi ascultate următoarele colinde: O ce veste minunată, Colo-n jos Doamne mai josu, Coroană de trandafiri, Noi în seara de Crăciun, Praznic luminos, La poartă la Ţarigrad și Maica Sfântă.

Imediat după terminarea Concertului, oaspeţii au fost poftiti în salonul Colegiului pentru a intona împreună imnul “Deşteaptă-te Române” cu ocazia Zilei Naţionale a României şi pentru a petrece un moment de convivialitate.

Alexandru Farc

Cuvântul de bunvenit al părintelui rector Gabriel Buboi

Sono particolarmente lieto di dare stasera il benvenuto a voi distinti ospiti, perché simbolicamente viviamo în questo splendente tempo la benedetta festa in cui celebriamo il Figlio di Dio fatto uomo per portare salvezza e speranza all’umanità. É un momento speciale per il nostro Pontificio Collegio Pio Romeno perché stiamo per ascoltare, in meravigliosa compagnia, i bellissimi canti natalizi romeni tradizionali.

Lasciamo parlare la voce dei canti natalizi, delle colinde, ma non prima di condividere con voi, cari amici, due bellisime citazioni che arricchiscono l’ascolto.

La prima è dello studioso romeno Mircea Eliade che descrive nella sua Storia delle credenze e idee religiose, il modo în qui tradizionalmente si svolge la sera della Natività în Romania, quando gruppi di persone passano di casa in casa per portare il lieto annuncio della speranza che allunga qualsiasi tenebra. Con lui ci immergiamo nell’incantante atmosfera della sera della vigilia della festa: “Abitualmente il rituale si svolge a partire dalla vigilia del Natale fino al mattino del giorno seguente. La sera del 24 dicembre, indossando abiti nuovi e adorni di fiori e campanelli, i colindatori cantano dapprima nella casa del loro ospite e quindi visitano tutte le abitazioni del vilaggio; per le strade schiamazzano e suonano trombe e tamburi affinché il grande baccano allontani gli spiriti maligni e annunci al padrone di casa il loro avvicinarsi. La prima colinda viene cantata sotto la finestra, poi dopo averne ricevuto il permesso, i giovani entrano in casa, dove proseguono il loro repertorio. I colindatori recano la salute e la ricchezza, raffigurate da un verde ramoscello di abete. (…) Il rituale delle colinde  è ricco e complesso. (…) Talvolta i colindatori rappresentano un gruppo di santi; altrove i colindatori sono degli invitati, mandati da Dio a portare fortuna e buona salute”.

La seconda è di Papa Francesco che da senso spirituale alle manifestazioni della fede nella spiritualità popolare, alla quale appartengono i nostri bellissimi canti natalizi. La mistica popolare come viene alcune volte chiamata, riflette l’espressione della fede vissuta e trasmessa. I brani scelti risuonano come una testimonianza e come manifestazione autentica di una spiritualità popolare secolare, nata dal profondo cristiano del popolo romeno, forgiato sulla Sacra Scrittura nel susseguirsi del tempo. Cosi il Papa nella sua esortazione apostolica Evangelii Gaudi, n. 122: “Quando in un popolo si è inculturato il Vangelo, nel suo processo di trasmissione culturale trasmette anche la fede in modi sempre nuovi; da qui l’importanza dell’evangelizzazione intesa come inculturazione. Ciascuna porzione del Popolo di Dio, traducendo nella propria vita il dono di Dio secondo il proprio genio, offre testimonianza alla fede ricevuta e la arricchisce con nuove espressioni che sono eloquenti. Si può dire che «il popolo evangelizza continuamente sé stesso». Qui riveste importanza la pietà popolare, autentica espressione dell’azione missionaria spontanea del Popolo di Dio. Si tratta di una realtà in permanente sviluppo, dove lo Spirito Santo è il protagonista”.

Ringraziando tutti i presenti, e nell’abbraccio di questi due stupendi ricordi, che danno senso e prospettiva alla nostra serata, invito ciascuno a sentirsi immerso nel mondo miracoloso dei canti natalizi romeni, perché la speranza e la gioia del Natale diventino segni per un mondo di fiducia, solidarità e pace.



Sursa:pioromeno.com